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“Il Modulo Eco? Un cambiamento di stile adatto a tutti”


Elisabetta Quaranta: Un padiglione istallato in Piazzale della Pace e volto a promuovere l’edilizia sostenibile, il risparmio energetico, la riqualificazione urbana, la didattica e la partecipazione

Un progetto voluto e proposto dall’associazione Manifattura Urbana, accettato dall’Amministrazione Comunale e realizzato grazie al lavoro integrato di professionisti, studenti, neolaureati e volontari. Una vera e propria casa in legno, senza riscaldamenti ma con 17° all’interno. Un ambiente ad elevato risparmio energetico ma con tutti i confort che in un’abitazione si possono cercare. Ma soprattutto un progetto per tutti, applicabile in qualsiasi abitazione e che dal 26 novembre ad oggi ha incuriosito moltissimi parmigiani. Tra i realizzatori del progetto l’architetto Elisabetta Quaranta, particolarmente legata al Modulo Eco e alla riqualificazione urbana che da esso può derivare.

Da circa un mese, in Piazzale della Pace, è attivo il Modulo Eco. Di cosa si tratta? Il Modulo Eco è stato pensato come un inno all’architettura sostenibile. E’ un padiglione temporaneamente istallato nel centro della città, il frutto del lavoro di un anno di professionisti e volontari, che in base allo stesso luogo e alle rispettive peculiarità ne hanno definito la forma e i precetti. Un progetto che consta di due fasi: quella relativa alla progettazione e quella che riguarda, invece, la costruzione. Un progetto nato grazie al lavoro dell’associazione Manifattura Urbana e di diversi giovani, tra cui i ragazzi del Rondani. Un progetto non finanziato con fondi pubblici, bensì da aziende che hanno voluto sponsorizzare materiali sostenibili di vario genere.

Da dove nasce l’idea di mettere a disposizione dei cittadini un padiglione del genere? L’idea nasce dalla volontà di voler applicare i principi dell’architettura sostenibile e renderli fruibili ai cittadini. Quello su cui il Modulo Eco punta è la rigenerazione urbana. Inoltre, abbiamo voluto far vedere alla gente la fase del cantiere che ha portato alla nascita del Modulo, cosa che solitamente non si conosce, per il fatto che i cantieri sono tutti fuori città. Mostrare la semplicità e l’efficienza del sistema costruttivo in legno.

Chi va a visitare il Modulo Eco, dinanzi a cosa si trova nello specifico? Da gennaio entrerà a far parte del Modulo uno “sportello energia” del Comune di Parma, fino ad ora quello che si trova entrando è una serie di informazioni sugli attuali sistemi costruttivi sostenibili. Attraverso tali informazioni cerchiamo di far comprendere al cittadino quali sono gli incentivi derivati dal costruire seguendo questi criteri. Diamo informazioni volte a favorire il diffondersi di metodi di costruzione innovativi. Il Modulo Eco, poi, vuole anche essere una sala civica, un ambiente a disposizioni di tutti, cittadini, associazioni o altro, in cui poter trattare di temi inerenti all’edilizia sostenibile, al risparmio energetico, alla riqualificazione urbana.

Un padiglione ad alta sostenibilità, dunque. Come avete lavorato per arrivare al completamento del progetto? Il Modulo Eco è una struttura esternamente in sughero, mentre la platforme frame – ovvero la struttura portante – è in canapa. Dentro abbiamo fibra di legno, ci sono delle parti in cartongesso e un tetto verde. Parte dello stesso tetto, poi, è fotovoltaico. Dati i materiali, quindi, si tratta di un puro esempio di sostenibilità. Per ogni fase del cantiere, Manifattura Urbana ha organizzato un workshoop, al fine di far chiarezza su ogni passaggio. Dal mese di luglio a quello di ottobre alcuni moduli sono stati prefabbricati e assemblati nella sede del Wopa, per poi essere trasferiti in Piazzale della Pace. Un lavoro proseguito fino al giorno dell’inaugurazione – il 26 novembre scorso – grazie alla voglia di professionisti, studenti, neolaureati e cittadini comuni.

Cosa ci si aspetta dal Modulo Eco? Quali sono i risultati che si mira a raggiungere? L’obiettivo primario che ci siamo proposti è la didattica. Trasmettere il nostro progetto alle scuole, realizzando slides adatte ai vari gradi scolastici, e a tutti cittadini. Se un’azienda usa il padiglione per presentare un prodotto, tale presentazione sarà aperta a tutti, proprio al fine di far avvicinare la gente a temi da essa distanti.

Il Modulo sarà attivo fino a febbraio 2017, ma fin ora come ha reagito la cittadinanza? I cittadini sono entusiasti, incuriositi dalla funzione del padiglione e dalla stessa modalità di costruzione. Chi si ferma a chiedere informazioni non è esperto del settore. Sicuramente con l’introduzione dello “sportello energia” sarà ancora più utilizzato, ma fino ad oggi in moltissimi si sono trovati a passare dal centro e fermarsi a chiedere informazioni. Naturalmente l’obiettivo è quello di avere sempre più gente. Il Modulo Eco è privo di riscaldamento, ma dentro ci sono comunque 17°: questa è la cosa che stupisce maggiormente le persone. Quasi fosse una magia. Quello su cui si chiedono maggiori spiegazioni è come poter ottenere un tale confort in casa propria. Un principio applicabile a tutte le abitazioni, ma che necessita di un lavoro integrato, di un lavoro fatto da vari professionisti.

Com’è possibile avere un ambiente riscaldato senza alcun mezzo di riscaldamento? All’interno del Modulo c’è una serra solare; attraverso delle intercapedini il calore passa all’interno, dove due pareti si riscaldano e rilasciano lo stesso calore. Inoltre, nei periodi in cui non c’è il sole, il calore si mantiene, non si disperde, quindi l’ambiente rimane riscaldato. Attraverso un macchinario, poi, l’aria viziata – e calda – viene mandata fuori e va così a riscaldare l’aria fredda che e pulita che entra. Infine, sul tetto abbiamo un kilowatt di fotovoltaico, che in caso di eccessivo freddo attiverà una stufetta.

Il Modulo Eco rimarrà in Piazzale della Pace per ancora qualche mese, che ne sarà poi? Manifattura Urbana ha in programma altri progetti per il territorio? Verrà spostato, non sappiamo ancora dove ma sicuramente in una zona periferica della città. L’obiettivo del Modulo è quello di intercettare più gente possibile e contrastare situazioni poco piacevoli che purtroppo in città non mancano – vedi lo spaccio perenne in Piazzale della Pace. E’ la rigenerazione urbana ciò a cui si punta, la riqualificazine di aree in via di degrado. Speriamo, poi, che si riesca a prolungare la permanenza del padiglione nel centro città per almeno un anno. Lì dentro tutto è monitorato, dall’aria al tasso di umidità, verranno anche fatte delle prove antisismiche, quindi un anno potrebbe essere il tempo giusto per avere una visione più completa del progetto, per osservare come ha reagito nel periodo invernale ed anche in quello estivo. Sì, al momento Manifattura Urbana sta lavorando ad altri progetti, come la “Fornace di Ghiare”, a Berceto, o ad un altro volto alla riqualificazione del “Casino dei Boschi di Carrega”. Si tratta di progetti ai quali lavorano per lo più volontari e che attraverso workshoop, a cui segue l’attività pratica, cercano di riqualificare il nostro territorio.

Personalmente, c’è un progetto a cui è legata in modo particolare? Il Modulo Eco è per me un progetto importantissimo. Aver costruito una casa in legno e aver visto l’entusiasmo dei ragazzi e dei cittadini, che passando per Piazzale della Pace si fermavano a chiedere se potevano unirsi ai lavori, mi ha dato una grande soddisfazione. Io sono convinta che il futuro sia nelle case in legno, una visione che grazie al Modulo Eco abbiamo estratto dalla nicchia in cui fin ora si è trovata. Un cambiamento di stile per tutti i cittadini.

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